Thirty years in business and a new structure for Studio A.S.E.
Dal vecchio tecnigrafo all’accesso ai server da remoto, la tecnologia ha trasformato il lavoro senza metterlo a rischio
Doppia festa lo scorso sabato 14 settembre per lo studio tecnico di progettazione meccanica A.S.E. srl di Massa Finalese: da un lato la ricorrenza del trentennale dall’apertura dell’atti- vità, e dall’altro l’inaugurazione della nuova sede aziendale, che affianca la precedente nel sito produttivo di via Ceresa 4. E, a margine di una giornata condivisa con amici, clienti, collaboratori e famiglie, il co-titolare e fondatore Athos Sorghini ha raccontato la storia, lo stato dell’arte e le prospettive future di un’impresa che oggi rappresenta la più grande realtà del suo settore nell’Area Nord.
Athos Sorghini, come è nato lo studio e come si è trasformata l’attività nell’arco di un trentennio?
“L’idea di aprire nacque dal fatto che fin da ragazzo la progettazione meccanica è stata il mio mestiere, svol- to però alle dipendenze di altre aziende. Poi per motivi familiari e sentimentali finii a Massa Finalese, dove decisi di aprire lo studio A.S.E., cercando poi di farlo ingrandire sempre più.
Gli anni Ottanta erano l’epoca del tecnigrafo e dei rotoloni di carta, mentre oggi siamo in un mondo com- pletamente diverso in cui si scambiano file via internet e si lavora direttamente nei server dei clienti. E, elemento non secondario, la tecnologia ci ha per- messo di ampliare il nostro raggio di azione, perché oggi lavoriamo perlopiù con aziende lontane ed estere, e abbiamo clienti in Piemonte, Lombardia e Bulgaria”.
Al momento di che cosa vi occupate e con quali obiettivi?
“La mission dello studio è fornire un supporto alle aziende manifatturiere nella progettazione e nell’industrializzazione di impianti e macchine – dai bruciatori alle linee produttive di brioches, di biscotti e di cioccolato fino al packaging, agli impianti per lo stoccag- gio e il trasferimento di solidi e all’automazione in generale – nonché nella stesura della documentazione tecnica necessaria alla commercializzazione. Gli obiettivi che personalmente sto perseguendo sono il rendere l’attività sempre più professionale, e soprattutto di completare il passaggio generazio- nale con i miei figli Erick e Denis, già ora presenti in studio”.
Se dovesse descrivere la sua carriera, le è parsa più ricca di sod- disfazioni o di difficoltà?
“Nel discorso inaugurale della nuova sede ho parlato di ‘un desiderioche si realizza’ e di ‘un sogno che diventa realtà’, perché era da tanto tempo che volevamo fare una struttura ulteriore. Le soddisfazioni negli anni sono state tante, a partire dall’essere riusciti a collaborare con aziende importanti e a far crescere una struttura che produce tecnologie in un’area – quella di Massa Finalese – votata principalmente allo stoccaggio dei rifiuti. Poi, come è facile immaginare, le difficoltà ci sono ogni giorno, molte delle quali comuni a tante realtà. Quella più impattante dal nostro punto di vista è la mancanza di tecnici del settore con un’adeguata preparazione. Mi sono sempre adope- rato nel favorire l’incontro tra scuola e lavoro e, pur apprezzando il miglio- ramento avuto in questi anni, bisogna ammettere che il percorso è ancora lungo, e che i due mondi sono tutt’ora molto distanti”.
Tecnologia e sviluppo informatico rappresentano una minaccia per l’occupazione nella progettazione meccanica?
“Assolutamente no. Non c’è il rischio di arrivare a sostituire i tecnici con sistemi automatizzati perché il cuore del nostro lavoro è un’attività prettamente umana. Anzi, auspichiamo che in futuro possano esserci ulteriori miglioramenti della tecnologia, soprat- tutto in termini di comunicazione e di facilità di trasmissione di informazioni e file. Al momento come strumenti di disegno abbiamo in uso tutti i principali software Cad, e stiamo portando a termine un investimento da oltre 30mila euro per poter avere una connessione a internet con la fibra”.